Gnocchi di pangrattato per una ricetta della cucina povera, molto speciale perchè mi riporta ai miei primi passi in cucina; preparavo gnocchetti di pangrattato quando ero una ragazzina e rigavo gli gnocchi con i rebbi della forchetta nella cucina della nonna, è con lei che ho imparato a cucinare i miei primi piatti.
Sono passati anni e io non li ho più preparati e non avevo neanche la ricetta, poi un giorno un gioco fra amiche, le mie amiche bloggalline, ed ecco che ci scambiamo ricette ed io sono abbinata a Paola che conosco già da tempo, abbiamo partecipato insieme alla finale del contest La Melavigliosa a Cavour un anno fa ed è stata una bella giornata passata a cucinare con i nostri mariti e i nostri bimbi a fare il tifo. Ho iniziato a sbirciare fra tutti i suoi post e alla fine mi sono fermata su una ricetta di famiglia, del suo papà che mi ha riportato indietro negli anni, al calore di una cucina che scalda il cuore al solo pensiero e allora ecco perchè oggi vi propongo questi gnocchi di pangrattato.
Sono semplici da realizzare e sono una ricetta di recupero per non buttare il pane secco, che rivive in un primo piatto gustosissimo che piacerà anche ai bambini.
- 200 g di pangrattato
- 2 uova medie
- farina q.b
- 300 ml di latte
- 1 cucchiaino di levito per torte salate (facoltativo)
- pepe e sale
- noce moscata
- burro e salvia per condire
- nocciole tostate
- In una ciotola mescolare pangrattato, uova e latte.
- Pepare, salare e aggiungere la noce moscata; inserire anche il lievito setacciato con un cucchiaio di farina e mescolare ancora.
- Ora aggiungendo poca farina per volta raggiungere la consistenza dell’impasto degli gnocchi, deve poter essere lavorato a mano senza appiccicarsi.
- Ora tagliare in 4 parti il composto e tirarlo a filoncino; tagliare i classici gnocchi e rigarli con i rebbi di una forchetta o con l’apposito attrezzo di legno.
- Portare a bollore abbondante acqua salata e cuocere gli gnocchi per 3 minuti da quando vengono a galla.
- Condire con burro fuso e salvia e finire il piatto con nocciole tostate tritate.
Raffaella una ricetta ricca di tradizione e con quei sapori che mi piacciono tanto, te la rubo sicuro
gnocchetti della cucina povera ma perfetta davvero per riciclare il pane avanzato 🙂
Con il pangrattato? Ma daiiiiii, io adoro gli gnocchi ma con il pangrattato non li ho mai fatti. Devo assolutamente rimediare. Grazie a te e a Paola per l’idea. Mi piace questo gioco, anche io ho pubblicato ieri. Buona serata
è carinissimo questo gioco, è piaciuto molto anche a me e speriamo si possa bissare 🙂
li trovo splendidi questi piatti per il recupero dei cibi!!E poi lo sappiamo il pane non si butta!!!
Veramente una bella ricetta!!!
Un abbraccio!
grazie! è vero non si butta mai niente e basta davvero poco 🙂
Beh ma lo sai che con il pangrattato non li ho mai fatti??
Questi davvero mi mancano e io sono una golosona di gnocchi!! Li adoro!
Segno e provo!!
Un baciotto!
magari è una tradizione della mia regione, sai che non lo so ma sia io che Paola siamo piemontesi….comunque falli e vedrai sono un buon modo di riutilizzare il pane 🙂 bacio Roby
fanno proprio venire fame, ottimo riciclo del pane, complimenti
gli gnocchi sono un piatto che piace sempre nella sua semplicità!
Un piatto semplice e gustoso e in questo modo si può utilizzare del pane avanzato ma che da soddisfazione !
per cambiare un po’ invece di recuperarlo nelle polpette ci facciamo un primo 🙂
Oi Raffaella!
Hoje empatamos no nhoque kkk
Adorei essa receita e já vou levando comigo!
Bjssss amiga e uma semana abençoada p/vcs
bacio grandissimo 🙂
Oi Raffaella, empatamos hoje no nhoque kkkk
Adorei a sua receita e vou levando comigo!
Bjssss amiga querida e uma semana muito abençoada p/vcs
sono buonissimi, contenta che ti piacciano!
Non avevo mai sentito parlare degli gnocchi di pan grattato, ma considerando che adoro gli gnocchi e amo le ricette di recupero, salvo questa tua ricetta e la proverò a breve…hanno un bellissimo aspetto e sicuramente saranno deliziosi!!!
Un abbraccio e grazie per l’idea cosi carina!! 😉
io li facevo da bambina ma è davvero tanto che non li vedo su giornali e riviste, vale la pena farli e poi sono un bel modo per far rinascere il pane!